Testa di uomo

Federico Barocci (attribuito)

1590-1600 c.
olio su tela
39,8 x 34 cm (senza cornice); 59x 64 x 5,5 cm (con cornice)
Anno di acquisizione 2007


N. Catalogo A46
Inv. 0055


Provenienza

Il dipinto fu acquisito a Parigi nel 2007 a un’asta di Tajan e reca sul verso due etichette che ne documentano l’esame da parte di Eric Turquin, cui si deve una nota sullo stato di conservazione al momento della presentazione in asta1. La superficie pittorica dell’opera, eseguita a olio su una tela di piccole dimensioni, è contraddistinta da un generale assottigliamento, percepibile in maniera più sensibile nella resa materica impoverita dell’incarnato e della barba che incornicia il volto. Prima dell’asta gli esperti di Tajan sottoposero il ritratto a Nicholas Turner che, sulla base della fotografia, ne confermò l’assegnazione a Barocci, riconoscendovi la maniera tipica dell’artista nella resa pittorica del volto e del collare, oltre che nella peculiare intonazione psicologica, venata di accenti malinconici2. Dello stesso parere anche Andrea Emiliani, che in una comunicazione scritta del marzo 20073 avvicinò il dipinto ai due autoritratti di Federico Barocci conservati presso le Gallerie degli Uffizi di Firenze4 e allo studio a olio su carta per uno di essi, appartenente alla Residenzgalerie di Salisburgo5. 

Al di là dell’ipotesi di identificare nel dipinto qui in esame le sembianze dello stesso Barocci, resa ostica dalle notevoli discordanze fisionomiche che emergono dall’accostamento del ritratto in Collezione Cerruti con i già ricordati autoritratti fiorentini del pittore, appare del tutto convincente il suo inserimento nell’alveo della ritrattistica dell’artista urbinate, di cui è dato di ritrovare tutte le principali prerogative, dal taglio a mezzo busto su fondo neutro, all’attitudine naturalistica e allo sguardo sensibile sull’interiorità del soggetto, con un approccio che si distingue nettamente dall’astrattezza formale e psicologica della pittura di ritratto internazionale diffusa nelle corti del tardo Cinquecento. Per analogia di impostazione la tela qui in esame oltre che con i già ricordati autoritratti degli Uffizi di Firenze può essere confrontata anche con il Ritratto d’uomo attribuito a Barocci conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma6, tutti dipinti giocati sul controcanto pittorico tra la resa ammorbidita dei volti e la materia più corposa e squillante dei collari bianchi. A confronto con lo standard superbo di queste prove ritrattistiche autografe il Ritratto della Collezione Cerruti, complice anche lo stato di conservazione, rivela però uno statuto qualitativo inferiore, inducendo a supporre che il dipinto possa essere stato eseguito dai collaboratori del maestro, secondo un modus operandi praticato da Barocci nella sua produzione ritrattistica7.

 

[Paolo Vanoli]

1 Archivio Collezione Cerruti, Eric Turquin Expertise S.A., Vente du 20 juin 2007 - Rapports de condition, 14 giugno 2007. 

2 Archivio Collezione Cerruti, e-mail di Nicholas Turner a Pierre Etienne, 28 giugno 2007. 

3 Archivio Collezione Cerruti, comunicazione di Andrea Emiliani a Sergio Corbello, 21 marzo 2007. 

4 Li si veda in Emiliani 2008, vol. I, pp. 242-243, n. 29; vol. II, p. 184, n. 60. 

Ibid., vol. II, p. 187, n. 61. 

Ibid., vol. II, p. 377, n. 96. 

Ibid., vol. I, p. 69.