PNRR – MIC Progetto digitalizzazione
VALORIZZAZIONE DEL NUCLEO LIBRARIO E DEI DOCUMENTI D’ARCHIVIO DELLA COLLEZIONE CERRUTI
La Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte ETS partecipa nel 2024 al Bando PNRR, M1C3 - INVESTIMENTO 3.3 – Supporto ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale per valorizzare il prezioso nucleo librario di circa 200 volumi e una selezione di documenti d’archivio della Collezione Cerruti.
La Collezione Cerruti conserva un eccellente patrimonio librario idealmente riconducibile a quattro categorie: i manoscritti, alcuni grandi capolavori editoriali della storia, gli atlanti e le magnifiche legature.
Tra i libri più antichi, è un nucleo di preziosi codici miniati del Trecento e del Rinascimento italiano che include, tra gli altri, l’Antifonario di Neri da Rimini, il Libro d’Ore di Martino da Modena e il Libro d’Ore iniziato dal cosiddetto Maître du Policratique de Charles, un raffinato manoscritto prodotto a Parigi tra xiv e xv secolo che fece parte della splendida raccolta di codici miniati, incunaboli e legature del fotografo e collezionista André-Jean Hachette. Alcuni dei manoscritti miniati sono stati acquisiti in Collezione anche per il loro interesse dal punto di vista della storia e delle vicende collezionistiche come, ad esempio, le Ore di Ippolita Maria Sforza, realizzate a Firenze negli anni ottanta del Quattrocento e in origine parte del ms. Varia 89 della Biblioteca Reale di Torino, proveniente dalle collezioni librarie di Casa Savoia.
Tra le opere del tardo XV secolo e i primi decenni del secolo successivo, alcuni incunaboli e cinquecentine decorati da xilografie o incisioni colorate a mano con talvolta iniziali ornate, come nel Salterio-Innario realizzato nel tardo xv secolo a Norimberga, dove nel 1493 venne stampato anche il monumentale Liber chronicarum di Hartmann Schedel, di cui la Collezione conserva un esemplare in eccezionale coloritura d’epoca. E ancora, le Heures à lusaige de Romme impresse a Parigi intorno al 1512, che presentano una notevole legatura eseguita nella bottega di Pierre Rocolet per il cancelliere di Luigi XIII, Pierre Seguier.
Spicca inoltre una editio princeps del più celebre ed enigmatico libro del Rinascimento italiano, nonché capolavoro tipografico del più grande stampatore della storia, il veneziano Aldo Manuzi, ovvero il romanzo allegorico Hypnerotomachia Poliphili, nella legatura realizzata per il celebre bibliofilo Jean Grolier.
Di particolare interesse è poi il documento miniato nel 1717 del Titulo de Grandeza de España concesso da Filippo V a Louis Jean Charles de Talleyrand-Périgord, uno degli esemplari più sontuosi di una specifica tipologia di manoscritto decorato sorta nell’ambito della corte spagnola e che sopravvisse in piena età moderna.
Uno dei nuclei più magnificenti della raccolta riguarda poi gli atlanti, tra cui figurano il primo atlante moderno post-tolemaico, il Theatrum Orbis Terrarum di Abraham Ortelius del 1601, nell’esemplare appartenuto a Cosimo II de’ Medici e il sontuoso volume del cartografo di origine tedesche Andreas Cellarius, considerato la più spettacolare opera astronomica del XVII secolo, l’unico atlante celeste pubblicato in Olanda nel pieno della cosiddetta «età dell’oro» della cartografia olandese.
Del 1477 è la prima edizione commentata, e quinta edizione in assoluto, della Divina Commedia, con un erudito commento, redatto tra il 1323 e il 1328, a pochi anni dalla morte di Dante Alighieri, e il primo integrale al suo capolavoro.
Tra i volumi moderni di assoluto pregio artistico compaiono i celebri Calligrammes di Guillaume Apollinaire, con 66 litografie originali disegnate su pietra da Giorgio de Chirico e impresse da Edmond Desjobert, edito da Gallimard nel 1930, e il romanzo di Albert Camus, La peste, del 1947, con un’eccezionale legatura del 1970 su disegno di Pierre-Lucien Martin con il motivo geometrico trompe l’oeil.
Nell’attuale allestimento della casa-museo di Villa Cerruti, che rispetta fedelmente quello originale disposto dal Fondatore, i libri sono collocati in parte nella libreria dello studio e in parte nella sala del biliardo. Tuttavia, solo una selezione di questi è esposta alla visione del pubblico, con alcune pagine aperte, all'interno di apposite teche museali. In ragione della preziosità, della fragilità dei materiali e dell’altissimo valore delle stampe e delle legature, non è possibile offrire al pubblico dei visitatori una più diretta consultazione.
La digitalizzazione è dunque il primo strumento necessario per la condivisione di questo eccezionale patrimonio librario e per la sua consultazione da parte di studiosi e di pubblici sempre più estesi.
IL PROGETTO
Con questo intento, a partire da una selezione di circa settanta volumi della Collezione, è stato avviato il progetto di digitalizzazione con l’utilizzo dello scanner professionale Metis Eds Gamma.
Le pagine di ciascun libro sono state acquisite integralmente tramite fotocamera. Successivamente le scansioni sono state elaborate con un software integrato, editate, raccolte e archiviate nei formati tiff, jpg e pdf.
In parallelo, per circa quindici volumi – manoscritti, antichi libri miniati e decorati e grandi formati in-folio – che per ragioni conservative, per la delicatezza e unicità dei materiali delle legature, della carta o delle illustrazioni non potevano essere esposte a contatto della macchina, ma solo su set adeguatamente preparati e con supporti idonei, è stata realizzata una campagna di ripresa fotografica grazie alla collaborazione di Ernani Orcorte, fotografo professionista specializzato in campagne fotografiche e ripresa di manufatti antichi per istituzioni museali.
In una fase progettuale successiva è stata effettuata la digitalizzazione di una scelta di circa settecento elementi tra fotografie e documenti cartacei, provenienti dal fondo d’archivio della Collezione, mentre su venti volumi è stata attivata un’iniziativa pilota per l’accessibilità dei contenuti a disabili visivi (non vedenti e ipovedenti), attraverso la condivisione dei testi in formato E-pub e l’audiodescrizione delle preziose legature.
L’accessibilità ai contenuti digitalizzati della Collezione Cerruti, permetterà l’avvicinarsi di un pubblico eterogeneo, con minor consuetudine alla fruizione di manufatti antichi, ad un ambito specialistico e, al contempo, solleciterà fruitori altamente specializzati, stimolando ricerche, studi di approfondimento e pubblicazioni di settore.