Piccolo autoritratto
Giacomo Balla
1920 c.
Inchiostro su carta
24,5 x 21,5 cm
Anno di acquisizione 2000-2005
Inv. 0196
N. Catalogo A191
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
Piccolo autoritratto è un esempio efficace dell’inesauribile immaginazione dell’artista nel riformulare con spirito sempre nuovo e creativo il concetto stesso dell’autoritratto.
La lunga carriera di Balla è costellata di autoritratti, se ne contano più di novanta, realizzati dai primi anni giovanili fino agli ultimi della sua vita. Come tessere di un mosaico, questo nucleo di opere documenta la volontà dell’artista di registrare costantemente il fluire di differenti energie, sensibilità e stati d’animo, rivelando la sua complessa identità. Dal primo autoritratto datato 18941 (fig. 1), in cui appare un Giacomo Balla dallo sguardo intenso e penetrante, è possibile seguire, passo dopo passo, i «mille volti» del suo percorso artistico, attraversato da molte fasi e continui ripensamenti, segno tangibile e vitale di un perenne ricercare. Realismo, Divisionismo, fino ad approdare alle più spinte autorappresentazioni della stagione futurista, poi rinnegata dal rinnovato interesse per la figurazione della maturità, rappresentano quella molteplicità di linguaggi con cui Balla ha declinato il genere dell’autoritratto. Nell’analisi complessiva delle opere che Balla dedica all’intima rappresentazione della propria individualità, s’inseriscono anche gli autoritratti in forma scritta, brevi testi, tavole parolibere, commistioni di parole e disegni, fondamentali per comprendere l’assoluta libertà di Balla, sperimentatore poliedrico e metamorfico.
Fig. 1. G. Balla, Autoritratto, 1894 c., olio su carta fotografica. Roma, collezione privata.
Piccolo autoritratto è un esempio efficace dell’inesauribile immaginazione dell’artista nel riformulare con spirito sempre nuovo e creativo il concetto stesso dell’autoritratto. In questo caso è la stessa firma, «BALLA FUTURISTA», che prende il posto dell’effigie, accompagnata da linee svettanti e geometrie vivaci in un elegante gioco di contrasti tra campiture piatte e linee di contorno nette. Nel 1960 il disegno entra nella prestigiosa collezione di Lydia e Harry Lewis Winston, acquisito direttamente da casa Balla. Nel 1973 l’opera viene esposta in un’importante rassegna al Guggenheim di New York dedicata alla Collezione Winston Malbin. Il motivo della composizione rappresenta una sorta d’idea ricorrente, quasi si trattasse di un «logotipo» su cui Balla lavora nel tempo, come nel disegno Mia Biografia realizzato sul retro di una cartolina postale inviata a Fillia e datata 19252 (fig. 2).
Zelda De Lillo
1Autoritratto in collezione privata, dipinto su carta fotografica sul retro di un dagherrotipo che ritrae l’artista a quattro anni. Si veda Alba 2016-2017, p. 24, fig. 1.
2Lista 1982, p. 348, n. 755A.
Fig. 2. G. Balla, Mia Biografia, 1925, sul retro della cartolina indirizzata a Fillia.


