Kleinstadt

Piccola città

Lyonel Feininger

1910
Olio su tela
36 x 33,4 cm
Anno di acquisizione 2006


Inv. 0115
N. Catalogo A107


Provenienza

Bibliografia

Le piccole figure si integrano con lo spazio della piccola città, paradossale e incerto, esito fantasioso della reinvenzione di precise località, come Longeuil in Normandia e Gelmeroda presso Weimar. 

 

Presentandosi come «romano-latinotedesco- americano» per le proprie origini famigliari, figlio del violinista e compositore Karl e della cantante Elizabeth Lutz, Lyonel Charles Feininger rivendicò sempre il proprio cosmopolitismo. Giunto ad Amburgo nel 1887 dopo una brillante formazione artistica a Berlino e a Parigi, dagli anni novanta ottiene una certa fama come caricaturista per riviste satiriche tedesche, quali «Ulk» e «Lustige Blätter», e successivamente come autore di fumetti per l’americano «The Chicago Sunday Tribune». Dal 1906 al 1908 un importante soggiorno a Parigi coincide con il cruciale passaggio alla pittura a olio: nelle lettere di quegli anni alla moglie Julia, Feininger sconfessa la produzione grafica precedente e ammette di ritenersi, nonostante avesse allora 36 anni, un artista alle prime armi. In qualità di pittore, dal 1909 farà parte della Berliner Sezession. La sua prima mostra personale si terrà alla galleria Der Sturm a Berlino e Feininger entrerà in contatto con i cubisti e con i pittori di Die Brücke e Der Blaue Reiter. Nel 1919 è chiamato come Meister di arti grafiche al Bauhaus di Walter Gropius, dove insegnerà con Vasilij Kandinskij e Paul Klee fino al 1926. Con questi ultimi e Alexej von Jawlensky fonderà inoltre nel 1924 il gruppo Die Blaue Vier (I quattro blu) e sarà consacrato tra i maestri del Modernismo. 

A partire dagli studi di Ulrich Luckhardt, la produzione vignettistica di Feininger è stata rivalutata anche in rapporto alla prima fase della sua pittura, genericamente indicata come «espressionista», cui appartiene la tela Kleinstadt del 1910. Come nelle caricature politiche, da cui spesso sono tratti direttamente i dipinti, Feininger sottopone la vita borghese al cinismo deformante dell’ironia: passanti grotteschi in ostentata eleganza, tra crinoline, bastoni da passeggio e alti cilindri, sono elaborati a partire da schizzi dal vero. Le piccole figure si integrano con lo spazio della piccola città, paradossale e incerto, esito fantasioso della reinvenzione di precise località, come Longeuil in Normandia e Gelmeroda presso Weimar. Luckhardt ha rilevato la cifra politica insita in queste tranches de vie apparentemente tranquille, tra la solitudine irreale del dipinto La città alla fine del mondo (1910) e la concitazione delle scene di carnevale e di rivolta degli stessi anni, indicando la fonte da cui Feininger deriva il tema della rivolta civile, ovvero gli amati romanzi di Victor Hugo, che suggerirebbero anche il vago anacronismo dell’abbigliamento delle figure. 

La vicinanza alla pittura espressionista nei dipinti fino al 1912, quando Feininger adotterà la personale e raffinatissima formula cubista dei piani chiaroscurati, è suggerita dai cromatismi innaturali e dall’incoerenza delle vedute urbane. Rispetto all’indirizzo matissiano degli espressionisti tedeschi che Feininger aveva frequentato al Café du Dôme durante il soggiorno parigino, la stesura pastosa e colori come il giallo e l’acquamarina di Kleinstadt derivano piuttosto da un attento recupero di Vincent van Gogh. La fortuna del pittore olandese in Germania era allora al suo culmine: proprio nel 1910 è pubblicata l’importante monografia di Julius Meier-Graefe e a Berlino la galleria di Paul Cassirer organizza a ottobre una grande retrospettiva di 52 opere. 

Dipinto nello studio che il pittore aveva nel quartiere berlinese di Zehlendorf, Kleinstadt passa forse alla fine degli anni venti nella collezione di Arno ed Erna Wittgensteiner. Nato nel 1883 a Krefeld in Renania, Arno Wittgensteiner aveva raggiunto Berlino nel 1912, per lavorare come avvocato presso il mobilificio Lindemann & Co. Dopo il matrimonio con Erna Lindemann e la nascita del primo figlio nel 1913, Wittgensteiner proseguirà una brillante carriera da avvocato a Spandau e ad Amburgo, risiedendo negli anni venti tra Potsdam e Berlino. Con la salita al potere del nazionalsocialismo nel 1933, Wittgensteiner, di origini ebraiche, si dimette dal consiglio direttivo della Società Karstadt di Amburgo; poco dopo sarà costretto a vendere la propria abitazione. Nel 1939 Kleinstadt risulta sequestrata dal Reich: molte opere di Feininger, emigrato negli Stati Uniti già nel 1937, sono in quegli anni confiscate a musei e collezioni private e addirittura distrutte, con l’accusa di entartete Kunst (arte degenerata). Dopo l’espatrio in Australia dei Wittgensteiner, alla fine degli anni cinquanta l’opera torna in possesso degli eredi, per essere venduta all’asta solo nel 2006, al momento dell’acquisto di Cerruti. 

Filippo Bosco