Campagna nel Delfinato (Cielo e campagna nel Delfinato)

Antonio Fontanesi

1860-1861
Olio su tela
28 x 43 cm
Anno di acquisizione ante 1983


Inv. 0220
N. Catalogo A210


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

In Campagna nel Delfinato, nella parte del primo piano, prevalgono gli ocra, le terre e i verdi: sfumature che trascolorano negli azzurri e nei grigi perlacei del cielo. 

 

Appartenuto al collezionista milanese Vittorio Basso, questo incantevole motivo del Delfinato venne esposto nel 1932 all’importante retrospettiva torinese che il critico d’arte Marziano Bernardi e l’allora direttore della Galleria d’Arte Moderna Vittorio Viale dedicarono a Fontanesi; in quell’occasione, la datazione dell’opera fu riferita al periodo 1860-1865. Diciassette anni dopo, Campagna nel Delfinato prese parte a un’altra fondamentale mostra fontanesiana: quella organizzata nel 1949 a Reggio Emilia, ordinata dallo storico dell’arte Giuliano Briganti. Nel catalogo la cronologia fu anticipata agli anni 1857-1862: un orientamento condivisibile e che si potrebbe suggerire di restringere al biennio 1860-1861 per le assonanze che legano la tela Cerruti a Studio per «Il guado» (Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi), la cui versione definitiva fu esposta nel 1861 a Ginevra. Comune alle due opere è una ricerca sul colore che sperimenta una singolare sottigliezza nella stesura e una ristretta gamma di toni che le avvicina a dei monocromi. 

In Campagna nel Delfinato, nella parte del primo piano, prevalgono gli ocra, le terre e i verdi: sfumature che trascolorano negli azzurri e nei grigi perlacei del cielo. Il motivo è una felice descrizione di uno scorcio di campagna francese dove, nella luce calda del meriggio, le ombre degli alberi si profilano sul terreno. E a suggerire una datazione precoce è anche la misura ampia, quasi solenne, del paesaggio in cui sembra di cogliere l’eco dei suoi primi fusains, i grandi disegni a carboncino propri della tradizione romantica svizzera, da Diday e Calame, che Fontanesi era stato tra i pochi artisti stranieri a padroneggiare. L’opera non è firmata, ma è l’autorevole parere del pittore Marco Calderini (Torino, 1850-1941), apposto lungo il margine inferiore, ad attestarne l’autenticità. Nel 1932, a Torino, essa fu esposta insieme ad altri otto dipinti appartenenti alla collezione di Basso. In occasione dell’esposizione a Reggio Emilia, nel 1949, il dipinto era già passato nella raccolta torinese di Sebastiano Sandri. Un ulteriore passaggio è attestato da un documento purtroppo parziale e privo di data, conservato tra le carte del ragioniere Cerruti. Si tratta dell’atto di vendita di questa e altre opere appartenute alla Collezione Sandri da parte dei coniugi Lombardi. 

Privo di fortuna critica, Campagna nel Delfinato è stato pubblicato nel 2001 da Piergiorgio Dragone che l’ha riferito cronologicamente al 1863. 

Virginia Bertone