Allegoria della Pittura, Scultura e Architettura

Pompeo Batoni

1740
Olio su tela
120 x 90,5 cm
Anno di acquisizione 1983 ante


Inv. 0032
N. Catalogo A29a


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

Degno di nota in entrambi i dipinti è il vivido incarnato delle figure, dal rosso brillante delle guance ai delicati toni rosati che traspaiono dalla pelle. Così, malgrado i loro attributi li identifichino come personaggi allegorici, i loro corpi appaiono reali e vivaci. 

 

Batoni eseguì le due tele con le allegorie delle arti nel 1740 e nel 1741, anni in cui la sua pittura entra nel periodo di massimo splendore. Entrambe le opere si distinguono per lo stile raffinato, la chiarezza della composizione e la caratteristica superficie levigata, che conferisce alle figure un che di sublime. La tecnica meticolosa appare del tutto in linea con il classicismo accademico italiano. Insieme al pittore Adolph Mengs, attivo anche a Roma, i contemporanei consideravano Batoni uno dei più importanti artisti dell’epoca.

Nato a Lucca nel 1708, Pompeo Batoni viene iniziato all’arte e al disegno nella bottega del padre orefice: di qui l’estrema precisione, la delicatezza e l’eleganza dell’opera di Pompeo, che plasmano anche il suo stile pittorico. Dopo la formazione presso l’Accademia di disegno di Lucca, guidata da Domenico Lombardi e Domenico Brugieri, nel 1727 Batoni si reca a Roma per studiare pittura. I suoi padrini e alcuni nobili lucchesi lo sostengono finanziariamente fino a quando sposa Caterina Silla e mette su famiglia. Non potendo più contare sull’aiuto dei suoi benefattori, si guadagna da vivere come copista e pittore di miniature, ma ben presto riceve commissioni più consistenti, che consacrano definitivamente la sua reputazione artistica. Tra i suoi clienti vi sono nobili ed ecclesiastici, per cui dipinge scene religiose, storiche e mitologiche. Dopo che un’opera commissionata dalla Reverenda Fabbrica di San Pietro viene giudicata negativamente e rimossa dalla Basilica nel 1757, si dedica quasi esclusivamente alla ritrattistica mietendo successi internazionali. La morbidezza delle sue figure è particolarmente apprezzata dai viaggiatori che visitano Roma durante il Grand Tour e gli commissionano i loro ritratti; Batoni li dipinge spesso circondati dai più noti monumenti e paesaggi romani. Personalità di spicco come Caterina la Grande, il granduca Paolo I di Russia e l’imperatrice Maria Teresa acquistano le sue opere per le loro collezioni. Batoni insegna disegno, ricopre numerosi incarichi, tra cui quello di direttore dell’Accademia Capitolina del Nudo, e ha un ruolo influente nei dibattiti artistici dell’epoca.

Una delle caratteristiche della sua opera è la delicatezza della pennellata che, anche grazie all’applicazione di una vernice levigata, non lascia quasi nessuna traccia del processo pittorico. Nel suo classicismo, l’opera non appare come il risultato di una lavorazione a più livelli, ma come il manifestarsi di un’idea di pura armonia, la cui contemplazione non deve essere distratta da alcuna traccia dell’esecuzione vera e propria. La tecnica sapiente e l’abilità di Batoni nel ritrarre le figure con le loro caratteristiche individuali, evocando al tempo stesso un ideale di bellezza, si rivelano anche nei due dipinti raffiguranti l’Allegoria della Pittura, Scultura e Architettura e Apollo, la Musica e la Geometria della Collezione Cerruti. Quello dell’allegoria delle arti è un motivo popolare e ricorrente nell’opera di Batoni, che ne eseguì numerose varianti1.

In entrambi i dipinti in esame le figure indossano morbide vesti dai panneggi fluenti, secondo la lezione degli antichi maestri, e recano tutte i rispettivi attributi. Nell’Allegoria, la donna a sinistra, con il compasso in mano, simboleggia l’Architettura. Alla sua sinistra, la Pittura e la Scultura sono sedute l’una accanto all’altra: la prima, tenendo nella mano sinistra una tavolozza con dei pennelli cinge con gesto affettuoso le spalle della compagna, che a sua volta ha un mazzuolo nella mano sinistra e il braccio destro poggiato sulle ginocchia della Pittura. La testa scolpita e il trapano sul pavimento simboleggiano la sua disciplina. La Pittura e la Scultura si guardano negli occhi, mentre l’Architettura, in piedi, dirige lo sguardo davanti a sé, verso l’osservatore, stabilendo un contatto visivo diretto che sottolinea l’importanza della figura e crea un collegamento con lo sfondo, su cui si intravedono i contorni appena percettibili di un cavalletto su cui poggia una tela con un’accademia di nudo maschile. In questa tela l’Architettura assume dunque un ruolo centrale, a differenza, ad esempio, dell’Allegoria delle Arti conservata allo Städel Museum di Francoforte, in cui è la Poesia, accompagnata dal suo attributo, la lira, ad attirare l’attenzione2. Qui l’Architettura è raffigurata sullo sfondo, anche se sovrasta le altre figure e, di nuovo, si rivolge direttamente all’osservatore.

In Apollo, la Musica e la Geometria il dio con la lira è la figura dominante del dipinto. La Musica (con i flauti) e la Geometria (con il compasso e un foglio da disegno) lo guardano con rispetto e ammirazione mentre solleva il braccio e dirige lo sguardo verso il cielo in un gesto che sottolinea il legame delle arti con il divino, poiché Apollo è il dio delle arti. Le figure contrastano nettamente con lo sfondo scuro, che ne accentua ulteriormente la luminosità e il plasticismo.

Degno di nota in entrambi i dipinti è il vivido incarnato delle figure, dal rosso brillante delle guance ai delicati toni rosati che traspaiono dalla pelle. Così, malgrado i loro attributi li identifichino come personaggi allegorici, i loro corpi appaiono reali e vivaci. Con la sua tecnica magistrale Batoni mostra di saper padroneggiare ogni aspetto dell’arte della pittura, presentandola come vincitrice indiscussa, ancorché segreta, su tutte le altre discipline.

Veronica Peselmann

 

1 Si veda Bowron 2016, vol. I., pp. 45-48.

2 Olio su tela, 175,4 x 138 cm, 1740. Francoforte, Städel Museum.

 

Apollo, la Musica e la Geometria